Ascendens ut fumus aromatum … ad speculum lucis


ascendens ut fumus aromatum ... ad speculum lucisHildegard von Bingen Dottore della chiesa

 

30 giugno 2012, ore 21

Basilica di S. Vincenzo in Galliano, Cantù

Allestimento scenico e voce recitante: Simona Vergani

 

L’incasso del concerto verrà devoluto all’associazione Incontri Mensa di solidarietà nel decimo anniversario della sua fondazione.


Apertosi il cielo, un fuoco luminoso ne uscì lampeggiando
e penetrò tutto il mio cervello, il mio cuore e le mie viscere,
infiammandomi come una fiamma che riscalda e non brucia.

HILDEGARD VON BINGEN

Spesso, nei suoi scritti, Hildegard von Bingen illustra le proprie visioni.

Quando ne parla, lo fa minuziosamente, cerca di descrivere ciò che vede, sente, percepisce e lo fa con molta chiarezza con dovizia di particolari, come per farsi capire.

Benché perfettamente sveglia e cosciente sente i suoi sensi acuirsi: una grande luce la pervade, dall’alto una voce potente risuona e non sempre nello stesso modo ma ora con toni potenti, ora con fermezza, ora con tono rassicurante e dolce.

Quando la visione si manifesta Hildegard ha come l’impressione di possedere occhi e orecchie “interiori” che vedono e sentono altro, rispetto a quelli umani.

Ma ciò che più colpisce è la luce. Nella luminosità della visione compare una più potente luce che Hildegard chiama “Luce vivente”.

Distingue i due tipi di luce e scrive:” La luce che vedo non è legata ad uno spazio. E’ molto più splendente di una nube compenetrata dal sole. Non posso misurarne l’altezza, la lunghezza, l’ampiezza; la definisco “ombra della luce vivente” .

“Non posso in alcun modo conoscere la conformazione di questa luce, così come non posso fissare perfettamente il disco del sole. In questa luce talvolta, ma non spesso, vedo un’altra luce che chiamo “luce vivente” ma non so dire quando e in che modo io la veda, però quando la vedo si allontanano da me tristezza e angoscia ed allora mi comporto come una semplice fanciulla e non più come una donna vecchia”.

Questa luce, che allontana l’angoscia e rende semplici come fanciulli, così come la luminosità della figura di Hildegard von Bingen il coro vuole celebrare in questo concerto; così come la sua nomina a “Dottore della Chiesa” quarta donna ad avere questo onore e sicuramente la più lontana nel tempo.

E con le parole tratte dalla sequenza a San Massimino vogliamo intitolare il nostro concerto:
Ascendens ut fumus aromatum … ad speculum lucis